Apimell 2018
Un edizione sfortunata
Apimell come ogni anno si presenta la consueta rassegna dedicata al mondo dell’apicoltura. Anche noi abbiamo partecipato come visitatori e dobbiamo dire che ci siamo trovati subito a casa.
La fiera si presenta con il suo consueto modulo insieme alla fiera Seminat 2018 e a Buon Vivere 2018. L’edizione di quest’anno è stata funestata dal pessimo clima che probabilmente avrà inciso sugli ingressi. Nel giorno di giovedì le uscite dell’autostrada sono state chiuse a causa del ghiaccio creando il caos nel traffico stradale. Molto lunga la deviazione soprattutto per i diretti a nord che ha causato non pochi problemi ai visitatori.
Gli stand
La dislocazione degli stand si presenta consueta. Gli espositori hanno i loro posti assegnati ed è facile ritrovare nei lunghi corridori il fornitore di cui hai bisogno. Per quanto riguarda l’esposizione abbiamo notato una presenza minore di grandi macchine per la lavorazione del miele e maggiore insistenza sull’oggettistica.
Presenti le grandi aziende produttrici come Lega, Giordan e Quarti e anche alcuni stand “istituzionali” come ApiLombardia e l’associazione allevatori di api regine.
Particolarmente visitato lo stand dei produttori di reti per la produzione di propoli che a fatica riusciva a evitare lunghe code per l’acquisto delle note “reti greche” per la propoli.
Presenti all’appello anche le bilance elettroniche per monitorare il peso degli alveari e scongiurare perdite dovute alla carestia. Utili anche per stabilire il momento iniziale della produzione di miele.
Cosa ci piacerebbe vedere
La 35° edizione di Apimell si conferma il grande appuntamento dove gli apicoltori si ritrovano non solo per fare acquisti ma per fare “community”. Si passa più tempo a salutare i conoscenti che a visitare gli stand. A questo punto una critica e due consigli.
La critica è che la fiera è effettivamente molto uguale da anno ad anno. Forti elementi di novità non ce ne sono. Ci sono degli apicoltori che potrebbero visitare la fiera completamente bendati e troverebbero a memoria ogni singolo stand (e ciascuno dei prodotti esposti!).
Si dovrebbe dare un motivo nuovo di visitare la fiera aggiungendo sezioni nuove informative e magari didattiche (per le scuole). Penso ad un area in cui si mostrano (e si toccano) le novità scientifiche che riguardano il mondo delle api.
Il secondo consiglio è di sviluppare quel senso di comunità che da sempre pervade la fiera. Ci vorrebbero dei momenti o delle iniziative “social” in cui gli apicoltori si riconoscerebbero. Non solo conferenze ma punti di ritrovo per comunicare (sappiamo che agli apicoltori non manca il dono della favella).