Azienda Apistica Anuga 2018

La nostra azienda apistica che produce miele biologico è stata invitata come ospite ad AnugaFoodTech2018

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Anuga 2018. La mega fiera dell’industria tecnologica (presenti)

Trip to Germany

A volte ritornano si potrebbe dire. Qualche anno fa come azienda apistica avevamo vinto un concorso indetto dal Ministero delle Politiche agrarie che premiava le piccole aziende che avevano incominciato e portato avanti un loro percorso in fatto di tecnologia. Veniva assegnato un punteggio per la presenza sui social, la disponibilità di un app aziendale da consultare da parte dei clienti e infine i canali di vendita informatizzati (e commerce mail, ecc). Una  parte di questo concorso riguardava anche la presenza della propria azienda nel sociale ad esempio per quanto riguarda i gruppi di acquisto solidali. Noi avevamo già intrapreso la strada della vendita on line di miele biologico e partecipavamo direttamente o attraverso associazioni di categoria o di volontariato a canali di vendita non tradizionali.

In quel concorso a livello nazionale venivano premiate le 60 aziende che si distinguevano in questo ambito. Noi ci piazzammo quinti a livello nazionale e fu un successo per la nostra azienda apistica.

In palio c’era il poter esporre gratuitamente i propri prodotti alla fiera Anuga a Colonia, in Germania. Questa è forse la fiera europea più famosa per l’agroalimentare insieme a Cibus di Parma.

Purtroppo non abbiamo potuto partecipare per problemi familiari e la cosa non ebbe seguito. Tuttavia qualche mese fa abbiamo ricevuto un invito dalla fiera stessa per partecipare come invitato speciale all’edizione 2018 di Anugafoodtech, la variante dedicata alle tecnologie alimentari.

Il miele biologico in Germania

Non ci siamo fatti scappare l’occasione e abbiamo preso al volo l’aereo per partecipare. La fiera si sviluppava su 11 immensi padiglioni e abbracciava tutti i settori dell’agroalimentare. Erano presenti gigantesche macchine per lavorare gli ingredienti di origine animale o vegetale in tutti i modi possibili. Macchine per pulire, lavare, sbucciare, decorticare, setacciare ogni tipo possibile di verdura o seme. Macchine per cuocere, friggere, raffreddare, congelare ogni cibo in qualunque forma o formato (ma soprattutto grandi formati).

Particolarmente presente l’industria italiana che detiene una grossa quota di mercato soprattutto nel packaging. Qui era il trionfo di macchine per imbottigliare, inscatolare, plastificare e mettere in ogni genere di contenitore o vaschetta.

Anche le macchine per lo spostamento della merce all’interno dell’azienda erano numerose. Il trend è sempre più l’uso di robot di ogni tipo e grandezza.

Bracci meccanici con ventose per spostamenti di precisione, rulli per allineare i prodotti nelle catene di montaggio, carrelli automatici pelo spostamento di bancali e grandi sistemi di accatastamento e impacchettamento di interi bancali.

Pregevole il carrello elevatore completamente automatizzato. A guida autonoma e dotato di sensori, permette di caricare pallet in automatico anche per quindici ore di seguito.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1521907464891{margin-bottom: 0px !important;}”]

Una piccola azienda apistica tra i giganti

Vi mostriamo qualche foto di questo evento. Come piccola azienda apistica a livello familiare eravamo un po’ fuori posto in questa fiera. Noi lavoriamo ancora in maniera tradizionale senza l’uso di grandi macchine. La manualità è ancora importante come il curare personalmente ogni aspetto della conduzione degli alveari. Tuttavia siamo rimasti affascinati da quanto la tecnologia può offrire al mondo della produzione alimentare. La sfida per il futuro sarà coniugare lanecessità di un’alimentazione naturale con l’automazione. Per questo la tecnologia deve fare da contorno senza spezzare i legami tra le forme naturali.

Il cibo deve essere naturale e non tecnologico. Tecnologico deve essere il modo di prepararlo.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][mk_gallery title=”Anuga 2018″ images=”3089,3090,3091,3092,3093,3094,3095,3098,3099,3100″ style=”style3″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_btn title=”Energizzanti e ricostituenti” style=”3d” shape=”square” color=”warning” link=”url:https%3A%2F%2Fwww.olioemiele.it%2Fcategoria-prodotto%2Fenergetici-ricostituenti%2F|||”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row]

Bomboniere miele: le 5 regole da tenere a mente

bomboniere miele sposa

Bomboniere miele: le 5 regole da tenere a mente

Bomboniere miele idea intrigante

Prima di tutto

Ogni volta che si parla di cerimonia sembra che le bomboniere siano sul punto di scomparire per sempre. A parole sembra che le bomboniere non servano più, che siano passate di moda, che servano a poco o a nulla. Poi però sul tavolo centrale degli sposi o alla fine della Messa in una Cresima non mancano mai. Perché accade questo? Il motivo è che la bomboniera fa parte integrante di una cerimonia. E’ il ricordo dell’evento che noi lasciamo al nostro ospite. Non è un di più ma è necessaria in quanto quello che abbiamo celebrato non si ferma al giorno stesso ma deve proseguire nel tempo. La bomboniera è il modo che noi usiamo per dire ai nostri ospiti che il calore che ci hanno manifestato in questa occasione deve rimanere per lungo tempo.

Cinque regole d’oro per una buona bomboniere

  1. La bomboniera deve essere Utile. E’ finita l’epoca dei pupazzetti, il ricordo di una persona deve essere legato a qualcosa che a che fare con la vita quotidiana e reale delle persone. Si regala qualcosa che piace agli sposi ma che deve avere un senso pratico anche per l’invitato. La bomboniera deve far trasparire intelligenza.
  2. Deve essere Economica. E sì questo è al secondo posto. Spendere una cifra eccessiva per una bomboniera non va bene sia perché in una cerimonia ci sono spese più importanti (ad. es. il vestito per la sposa o il ristorante per una cresima) sia perché sembrerebbe di fare sfoggio di denaro. La bomboniera deve essere sempre “alla propria portata” perché il controllo de budget è il primo fattore di riuscita di un evento.
  3. Personalizzata. La bomboniera deve ricordare una persona e quindi deve raccontare una storia. Personalizzare vuol dire fare qualcosa di unico e al tempo stesso accattivante. La bomboniera deve mettere al centro il sentire di coloro che invitano all’evento e uno stile proprio è il modo migliore di fare questo. E’ una strada percorribile nel caso si fare una bomboniera spiritosa e divertente (per una festa di laurea ad esempio).
  4. Scalabile a seconda degli invitati. Sarebbe scortese fare lo stesso regalo ad un parente lontano e ai propri genitori. La bomboniera deve essere scalabile nel senso di poter essere adattata a persone più vicine e a quelle meno vicine.
  5. Significante. Meglio se la bomboniera è ecosolidale, biologica, solidale, social ecc. Fare una bomboniera che porta con se dei valori aggiunti ecologici o sociali da una marcia in più in ogni occasione. Da l’idea di essere attenti a ciò che ci sta intorno e che l’evento che organizziamo non si chiude su se stesso.

Bomboniere miele

Fare una bomboniera miele come bomboniera è un’idea pratica che conquista tutti. La varietà dei gusti viene incontro a tutti i palati e sono possibili tante combinazioni. Si adatta ai più diversi tipi di cerimonia dalle più causal alle più solenni. Le bomboniere miele non sono una semplice statuetta ma qualcosa che trasmette un significato legato alla natura, all’operosità delle api, alla semplicità e genuinità.

Non è male stupire gli invitati con un regalo colorato e confezionato. E’ un buon esempio di una bomboniera che può lasciare un ricordo duraturo negli invitati.

Bomboniera miele: voglio saperne di più

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Scopri il miele biologico

Apimell 2018

Apimell 2018

Apimell 2018. Una graziosa ape operaia ci accoglie all'ingresso.
Apimell 2018. Una graziosa ape operaia ci accoglie all’ingresso.

Un edizione sfortunata

Apimell come ogni anno si presenta la consueta rassegna dedicata al mondo dell’apicoltura. Anche noi abbiamo partecipato come visitatori e dobbiamo dire che ci siamo trovati subito a casa. 

La fiera si presenta con il suo consueto modulo insieme alla fiera Seminat 2018 e a Buon Vivere 2018. L’edizione di quest’anno è stata funestata dal pessimo clima che probabilmente avrà inciso sugli ingressi. Nel giorno di giovedì le uscite dell’autostrada sono state chiuse a causa del ghiaccio creando il caos nel traffico stradale. Molto lunga la deviazione soprattutto per i diretti a nord che ha causato non pochi problemi ai visitatori.

Gli stand

La dislocazione degli stand si presenta consueta. Gli espositori hanno i loro posti assegnati ed è facile ritrovare nei lunghi corridori il fornitore di cui hai bisogno. Per quanto riguarda l’esposizione abbiamo notato una presenza minore di grandi macchine per la lavorazione del miele e maggiore insistenza sull’oggettistica.

Presenti le grandi aziende produttrici come Lega, Giordan e Quarti e anche alcuni stand “istituzionali” come ApiLombardia e l’associazione allevatori di api regine.

Apimell 2018. Lo stand di Quarti.
Apimell 2018. Lo stand di Quarti.

Particolarmente visitato lo stand dei produttori di reti per la produzione di propoli che a fatica riusciva a evitare lunghe code per l’acquisto delle note “reti greche” per la propoli.

Presenti all’appello anche le bilance elettroniche per monitorare il peso degli alveari e scongiurare perdite dovute alla carestia. Utili anche per stabilire il momento iniziale della produzione di miele.

Cosa ci piacerebbe vedere

La 35° edizione di Apimell si conferma il grande appuntamento dove gli apicoltori si ritrovano non solo per fare acquisti ma per fare “community”. Si passa più tempo a salutare i conoscenti che a visitare gli stand. A questo punto una critica e due consigli. 

La critica è che la fiera è effettivamente molto uguale da anno ad anno. Forti elementi di novità non ce ne sono. Ci sono degli apicoltori che potrebbero visitare la fiera completamente bendati e troverebbero a memoria ogni singolo stand (e ciascuno dei prodotti esposti!).

Si dovrebbe dare un motivo nuovo di visitare la fiera aggiungendo sezioni nuove informative e magari didattiche (per le scuole). Penso ad un area in cui si mostrano (e si toccano) le novità scientifiche che riguardano il mondo delle api.

Il secondo consiglio è di sviluppare quel senso di comunità che da sempre pervade la fiera. Ci vorrebbero dei momenti o delle iniziative “social” in cui gli apicoltori si riconoscerebbero. Non solo conferenze ma punti di ritrovo per comunicare (sappiamo che agli apicoltori non manca il dono della favella).

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